Patrick Brielmayer, ex hacker: Analisi degli attacchi informatici
Daniel Nussbaumer, specialista della polizia cantonale: Aiuto per le vittime
Anche Daniel Nussbaumer condivide questa preoccupazione. Laureato in giurisprudenza, Nussbaumer è il capo del reparto Cybercrime presso la polizia cantonale di Zurigo. Nel suo team lavorano 15 agenti e 30 esperti forensi digitali, tra cui anche molti informatici. La crescente digitalizzazione ha reso più complesso il lavoro della polizia, poiché attraverso Internet nascono dei modi completamente nuovi di commettere crimini.
Molte PMI, spiega Daniel Nussbaumer, ad esempio sono interessate dalla cosiddetta «CEO Fraud»: i criminali informatici copiano una tipica e-mail del capo, all’interno della quale egli invita a effettuare un pagamento urgente di 5’000 franchi. Tuttavia, quando il contabile effettua il bonifico, i soldi finiscono all’hacker. «Di solito dietro ci sono interi team», continua Nussbaumer. «Uno programma, un altro sa scrivere bene, l’altro ancora fa ricerche.» Lo specialista della polizia cantonale consiglia sempre di informarsi telefonicamente quando si ricevono delle strane e-mail.
Riscatto per i dati aziendali
Stephan von Watzdorf, product manager: Assicurare il rischio residuo
L’uomo è l’anello più debole della catena
Nuova offerta per PMI: Formazione sulla sicurezza informatica
Qui entra in gioco Zurich Svizzera: come compagnia di assicurazioni leader in Svizzera, oltre a offrire alle aziende una soluzione assicurativa specifica, è anche attiva nell’ambito della prevenzione. In futuro l’offerta non si limiterà alla consulenza, ma proporrà anche corsi di formazione per il personale.
Il programma si intitola «Training sulla sicurezza online» ed è composto da sei video formativi con i relativi moduli di apprendimento, integrati da alcune domande. Per la realizzazione dei «Training sulla sicurezza online», Zurich Svizzera si avvale della collaborazione dell’azienda di fama internazionale SoSafe.
Proteggere i segreti aziendali
Interi siti web falsificati
Gli shop online sono i più esposti
Quando un hacker prosciuga il conto
Una volta entrati nella rete, i criminali informatici si procurano per esempio i dati delle carte di credito dei clienti, effettuano acquisti con i bitcoin e caricano carte di credito prepagate anonime, spiega l’esperto di assicurazioni von Watzdorf. Per le PMI sono importanti soprattutto i danni di immagine, tuttavia anche le richieste di risarcimento danni possono essere tra le conseguenze.
Se all’azienda vengono rubati soldi propri, molte PMI si sentono al sicuro. Ma sono in errore. Credono infatti che la loro banca risponda dei danni. «È sbagliato», spiega l’esperto di Zurich, dato che ad ogni modo la causa è per lo più del sistema informatico della PMI interessata: l’hacker installa per esempio un trojan e osserva il contabile, finché questi effettua il login nell’e-banking. «A questo punto l’hacker subentra nella sessione, mentre al collaboratore compare uno schermo nero. Più tardi si rende conto che è stato effettuato un bonifico di 100’000 franchi.»