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GRANDI RISCHI
terra trema in media almeno una volta al giorno. Fortunatamente la maggior parte di questi terremoti è così leggera da non essere nemmeno percepita. La mag- gior parte dei terremoti si verifica nella Valle del Reno sangallese, in Engadi- na, Grigioni centrale, Svizzera centrale
e soprattutto nel Vallese e a Basilea. Tuttavia, in nessuna regione della Sviz- zera va ignorato il rischio di terremoto.
I terremoti gravi di magnitudo 6 sono rari ma, quando si verificano, sono distruttivi. Nel raggio di 25 chilometri dall’epicen- tro si verificherebbero danni gravissimi a edifici, ponti e strade. Se si verificasse un terremoto devastante come quello
di Basilea nel 1356 – il terremoto più distruttivo dell’Europa centrale con una magnitudo di 6,6 –, al giorno d’oggi la regione conterebbe fino a 2’000 vit- time e danni mobili e immobili da 50 a 100 miliardi di franchi. Anche il deva- stante terremoto che ha colpito Visp nel 1855 (magnitudo 6,2) causereb-
be danni diretti a stabili e al rispettivo contenuto fino a 5 miliardi di franchi.
Com’è equipaggiata la Svizzera su questo fronte? È importante sapere che i terremoti non sono coperti dall’assi- curazione contro i danni causati dagli elementi naturali e sono coperti dall’as- sicurazione stabili obbligatoria in misura insufficiente. Nel 1978 18 assicurazioni cantonali degli stabili si sono riunite
in un pool svizzero per l’assicurazio-
ne contro i terremoti. Con questo pool terremoti attualmente sono assicurati
2 miliardi di franchi per evento. Si tratta solo di un permille del valore di tutti gli edifici, i contenuti degli edifici e delle infrastrutture in Svizzera. Troppo poco. Ciò significa che molte aziende e privati sono spaventosamente sottoassicura- ti. «Per molti proprietari [di abitazione]
questo [un forte terremoto] porterebbe alla rovina finanziaria», riassume l’Uffi- cio federale dell’ambiente. Correre ai ripari conviene comunque. Ed è qui che entrano in gioco le assicurazioni priva- te. Le PMI e i privati possono e devono colmare questa lacuna di copertura assicurando i loro immobili, l’inventario aziendale e la mobilia domestica contro le conseguenze finanziarie dei terremoti.
Attacchi informatici: un rischio crescente per le PMI
«Gentile cliente, oggi è una pessima giornata per lei», è questo il messaggio di saluto che il titolare di una PMI si è visto recapitare nel suo computer una mattina di novembre. La PMI era stata presa di mira da un ransomware. Con questo attacco informatico tutti i dati di un’azienda erano stati cifrati e non era possibile più accedere a nulla. Fatture, ordinazioni, dati dei clienti: era sparito tutto. L’intera attività era bloccata. Il peggiore degli incubi per ogni PMI. Per proteggere altre aziende da esperienze simili, il coraggioso imprenditore ha parlato pubblicamente della sua storia in diversi media. Per poter nuovamente decodificare i suoi dati, il titolare della PMI ha dovuto pagare entro una settimana 100’000 franchi in cripto.
Il Centro nazionale per la cybersi- curezza (NCSC) ha rivelato nell’ulti- mo rapporto che il numero dei casi
di troian di crittografia (crypto-ran- somware) è triplicato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Come esattamente i criminali infor- matici abbiano attaccato la sua PMI l’imprenditore di Basilea non lo sa ancora. Presume tuttavia che il ran- somware sia entrato attraverso un allegato di e-mail. Un classico. Dopo
l’attacco la PMI ha potenziato signifi- cativamente la sicurezza IT e ha fatto seguire dei corsi a tutti i collaboratori.
In effetti, la prevenzione è la miglior difesa contro tutti i tipi di attacchi informatici. Le grandi aziende hanno i loro reparti IT e di solito sono preparati meglio rispetto alle PMI, che tuttavia si stando attrezzando sempre di più con- tro eventi di questo tipo. Zurich offre ai suoi clienti PMI una gamma completa di prodotti e servizi per proteggersi dai rischi informatici. Partendo dalla consu- lenza alla prevenzione fino all’intervento in caso di emergenza, 24 ore al giorno.
Rischi sociali:
dalla pandemia alla guerra
«I conflitti armati nella periferia europea stanno aumentando», aveva dichiarato l’UFPP già due anni fa. Questa pre- visione purtroppo è diventata realtà.
È pressoché impossibile quantificare gli effetti che un attacco diretto alla Svizzera potrebbe provocare, poiché
la plausibilità di scenari di questo tipo non è calcolabile. Una cosa certa è che ogni scontro armato va di pari passo con sofferenza e crisi economica.
Ma il rischio sociale maggiore rimane la pandemia, come purtroppo dimostrato con il Covid-19. Oltre al dolore, le con- seguenze economiche possono essere così gravi da poter essere gestite solo con l’intervento dello Stato in collabora- zione con l’assicurazione privata. Lo stesso vale per la penuria di elettricità, gli scontri bellici o gli attacchi terroristici.
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